(Acs) Perugia, 28 maggio 2016 – “Il confronto svolto ha rappresentato un’importante occasione di conoscenza delle problematiche della sanità umbra relativamente ai temi del precariato, dell’organico professionale e del rispetto degli orari di lavoro, naturalmente inquadrati nel contesto della promozione della qualità e dell’appropriatezza del servizio”: è la sintesi del consigliere regionale di opposizione Sergio De Vincenzi (gruppo Ricci presidente) sull’incontro svoltosi ieri pomeriggio a Palazzo Cesaroni con i medici dell’intersindacale umbra (Fimmg, Fvm, Anaao, Aaroi-Emac, Cimo, Cisl Medici, Fassid), al quale ha preso parte anche il consigliere della Lega Nord Valerio Mancini, vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.
“A un anno dalle elezioni – ha detto De Vincenzi – risulta intollerabile per cittadini e operatori della sanità che non sia ancora stato elaborato e approvato il Piano sanitario regionale. Improcrastinabile è l’applicazione degli standard ospedalieri, la programmazione dei servizi e una coerente dotazione dell’organico che eviti sprechi e doppioni. La promozione di reti efficaci e la razionalizzate dei servizi può costituire un efficace contributo”.
Valerio Mancini ha detto ai medici che “quando si parla della sanità umbra noi non siamo opposizione perché non deve essere luogo di battaglia politica. Raccolgo l’allarme degli operatori della sanità in quanto, come si evince dai discorsi fatti oggi, esso non viene ascoltato. A un anno dall’inizio della legislatura nulla è migliorato. Solo parole, ma le liste d’attesa sono sempre lì, mentre il momento dell’attesa è finito”.
I medici presenti (Giovanni Lo Vaglio-Fvm e coordinatore intersindacale medica, Basilio Passamonti – Anaao, Paolo Cappotto-Cisl medici, Valerio Sgrelli-Fimmg, Claudio Fioroni-Fassid, Melissa Antonelli-Aaroi Emac, Cristina Cenci-Cimo) hanno riferito di non avere “alcuna notizia dello stato di avanzamento del Piano sanitario, mentre qualcuno dovrebbe farlo. Non si fa una riforma epocale senza nemmeno consultare le professioni sanitarie. Abbiamo proposte per migliorare, ma la politica non ha mai chiesto ai medici come risolvere i problemi e ci troviamo di fronte a piani sanitari che ci separano anziché metterci in sintonia. È inutile continuare a comprare le attrezzature se non si immette personale, infatti a volte sono ferme perché manca il medico. C’è disapplicazione delle regole ma si pensa solo al pareggio di bilancio e a garantire il servizio. C’è la legge che prescrive gli standard ospedalieri, basterebbe verificare che in ogni singolo ospedale fosse applicata e avremmo risolto tutti i problemi della sanità regionale”.
Su alcune specifiche questioni è stata tirata in ballo la sicurezza dei cittadini: “nel campo della prevenzione (alimenti e servizi medico-veterinari) preoccupa l’espletamento di funzioni decisive per la salute pubblica anche con contratti atipici e accordi collettivi nazionali, vale a dire con un precariato che per alcuni può diventare sfruttamento, in un settore dove si devono fronteggiare pericoli che vanno dalle frodi alimentari alle infiltrazioni mafiose”. Critiche anche agli accorpamenti dei punti nascita: “si è pensato al raggiungimento dei numeri necessari, ma qualità e sicurezza sono traguardi ancora da raggiungere”.